Le carte del potere femminile sul maschio

Conosco poche donne che capiscono veramente la semplice psicologia di un uomo.

Qualcuna sì, l’ha ben intesa! Una mia amica candidamente mi confessò quanto noi maschi siamo delle ‘creature’, mostrandomi le carte del potere femminile sul maschio esponendo questi pochi concetti acquisiti: “Un uomo”, argomentò solennemente, “per essere malleabile deve avere la pancia piena”!

E’ un problema genetico che deriva dal bisogno atavico, tutto maschile, di procacciare il cibo per la famiglia primitiva. La donna non ha nella sua storia millenaria, se non in quella più recente, il bisogno di ‘cacciare le prede’, bensì quello di proteggere la prole. Ecco perché a una donna non gli devi toccare i figli, neanche per far loro del bene. Sono una patrimonio su cui vigilare. In caso di ‘attacco’, scatenano il furore più feroce che la natura ha conferito a loro in millenni di esercizio della maternità.

Diversamente l’uomo non trova pace finché i suoi recettori nell’epigastrio non gli dispensano il rilascio degli endocannabinoidi, di provenienza alimentare, che lo rassicurano di aver compiuto il suo compito giornaliero e di potersi finalmente mettere in pace all’ora di pranzo.

Non è un meccanismo complesso, come tutto ciò che avviene nel maschio: funziona come il segnale d’allarme della riserva dell’automobile che si spegne quando riempi sufficientemente il serbatoio!

Quell’uomo, epaticamente conscio di ‘essere a posto’, sarà meno combattivo, diversamente da come ha dovuto fare per ‘guadagnarsi la giornata’, per parcheggiare l’automobile nel traffico, per difendere la sua superiorità nei confronti del prossimo e per rivendicare il proprio ruolo sociale.

La donna, almeno nell’accezione occidentale del termine, si sentirà ‘a posto’ quando sarà considerata in tal maniera dall’ambiente prossimale risultando avvenente e perciò appetibile sul mercato degli uomini, riconosciuta dalla società, soprattutto quella femminile, e irreprensibile sui suoi compiti di madre.

Perciò, mai dire ad una donna che è ingrassata, che non ha sorvegliato abbastanza i suoi figli o che sta invecchiando, essendo (lei sola lo crede) l’unico individuo terrestre soggetto al trascorrere del tempo, mentre le sue amiche notoriamente godono di eterna giovinezza.

Mai parlare di alcun problema ad un uomo, prima che egli abbia saziato il suo appetito metabolico e si sia tranquillizzato che, almeno per quel giorno non morirà di fame, misurando tale soddisfacimento dalla soglia gastrica del suo ‘serbatoio’, varcata dal pasto completo, pure confortata dalla tazzina di caffè, ottimo neurotrasmettitore alla volta dell’ipotalamo.

Quest’ultimo, così rassicurato sui problemi ontologici della vita, si renderà buon mediatore verso quel luogo, pseudo-affine, che trova nel talamo il suo punto di congiunzione con l’altra delle due ‘metà’ platoniche.

E allora, mi chiedo io, in ossequio alla saggezza antropologica della mia conoscente: che vi costa, a voi mogli, di fare entrare completamente dall’uscio vostro marito e concedergli quella bistecca, che non si nega a nessuno, prima di assillarlo con i vostri problemi esistenziali da parrucchiere?

Commenti